Sanremo 2016, Virginia Raffaele: ”Io, anima fragile”

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La regina del Festival oltre le sue maschere. Nella serata finale, l'audacia e i timori della più immensa sul palco dell'Ariston
La regina del Festival oltre le sue maschere. Nella serata finale, l’audacia e i timori della più immensa sul palco dell’Ariston

Virginia Raffaele sostiene che, se continua così, con ore e ore di trucco e tanto di quell’alcool sul viso per far prendere bene la colla che serve alle protesi delle sue imitazioni, a 40 anni non ci arriva: «Schioppo prima».

Ma è solo un gioco per dire che per una bambina cresciuta al Lunapark dell’Eur di Roma – lo fondarono i nonni – il circo di Sanremo era, in «una confusione che mi è familiare», quel giro di giostra che mancava.

Il talento incredibile che ha dimostrato, prendendo il corpo e le espressioni di Sabrina Ferilli, Carla Fracci, Belén Rodriguez, ha acceso in questo Festival un fascio di luce solo su di lei. Dalle prime alle ultime file della platea dell’Ariston. Per milioni di spettatori e twittatori. In un contagio d’orgoglio, per quei condivisori d’emozioni che siamo.

Eppure – racconta lei, fidanzata nella vita con un altro comico, Ubaldo Pantani – «Io sono maledettamente insicura. Sul palco e a casa. La risata è un cortocircuito nelle persone, chimicamente non è spiegata. Per questo sono molto fragile, perché dipendo da una reazione: se c’è, ed è come me la immagino, allora mi ritorna energia e lo scambio funziona». Adarle il solo polso della situazione in cui crede è la mamma: «La chiamo dopo ogni esibizione e le chiedo: com’era?», ha raccontato a Repubblica. «Lei dice sempre la verità».

Dopo tante maschere, tutti vogliono Virginia (e per il gran finale si mostra): «Ma sto ancora studiando il personaggio: non becco la camminata. So che finirei per querelarmi». Tecniche di avvicinamento alla comprensione di sé: calato il sipario su questa 66esima edizione di cui è stata indiscussa protagonista, partirà in un tour teatrale, con Performance: «Un caleidoscopio di tutte le mie maschere. Un dialogo sull’essere, su quanto uno è e in che forma. Sono io, bloccata dai miei personaggi, mentre cerco di essere me stessa».

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