Le parole più belle di Rita Levi Montalcini

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Rita Levi Montalcini

Nonostante si sia spenta all’età di 103 anni, il suo grande pensiero e le sue idee di vita ci rimarranno per sempre impresse nella mente.

E così, per porre omaggio e dare un’ultimo addio alla grande Rita Levi Montalcini, eccovi di seguito le sue frasi più belle, tratte dai suoi libri e dei suoi storici racconti.

Nessun rimpianto
«Sono stata, in tutto, una donna fortunata. Non ho rimpianti»

Corpo e mente
«Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente».

I genitori
«A mio padre come a mia madre debbo la disposizione a considerare con simpatia il prossimo, la mancanza di animosità e una naturale tendenza a interpretare fatti e persone dal lato più favorevole».

 La dignità
«Nel momento in cui smetti di lavorare, sei morto».

Le rughe

«I vestiti sono un lato debole della mia personalità. Non ho mai tentato di camuffare gli anni: le rughe ci sono e non le nascondo. Ma mi è rimasta questa piccola forma di vanità. Ne soffro, a volte».

Viva l’Italia
«Bisogna dire ai giovani quanto sono stati fortunati a nascere in questo splendido Paese che è l’Italia».

Forze da ritrovare

«Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva. Bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi».

La giusta distanza
«Mi mancava il distacco che permette al medico di far fronte alle sofferenze del malato, senza un coinvolgimento emotivo dannoso a entrambe le parti».

Famiglie arcobaleno
«Il principio che può aver ispirato l’approvazione della legge che permette a single e omosessuali l’inseminazione artificiale mi sembra buono, direi eccellente. Se il parlamento danese ha votato in tal senso, io ho troppa stima e considerazione di quel Paese per sollevare dubbi nel bene o nel male».

Le guerre

«Purtroppo buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo, sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così».

Il senso della vita
«Meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita».

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