Pokemon Go in Italia: ecco le follie più assurde commesse dagli italiani per catturare i Pokemon

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Pokemon Go Italia

Più che il caldo in questa estate olimpica sono i Pokemon a dare alla testa. Nemmeno 20 giorni dopo il suo arrivo in Italia la passione per l’applicazione della Nintendo regala già le prime assurdità nel Belpaese. Si va dalla donna a piedi in tangenziale a caccia di mostricciatoli virtuali, a quella in contromano sino al vescovo che parla di “pokemon nazisti”.

Impegnata nella caccia ai Pokemon col suo smartphone una ragazza non si è accorto di aver imboccato un viale in contromano. “Scusate – avrebbe detto l’automobilista, una 19enne, ai poliziotti che le hanno intimato l’alt – cercavo i Pokemon”. Seduto accanto a lei il fratello, anche lui a caccia di mostriciattoli col telefonino. Adesso la giovane neopatentata, residente in provincia di Pistoia, rischia la revoca della patente. La polizia l’ha fermata alle tre del mattino in viale Gori, alla periferia nord di Firenze. Quando ha accostato gli agenti si sono avvicinati all’auto notando due luci nell’abitacolo. Erano i cellulari dei due giovani, spiega la polizia, impegnati nella caccia con la app ‘Pokemon go’. La ragazza ha abbassato il finestrino e ha spiegato di essere alla ricerca dei mostriciattoli. Per lei per ora sono scattati una multa per violazione del codice della strada e la decurtazione di quattro punti dalla patente. Ma nei suoi confronti è stato anche avviato l’iter di revisione della patente.Toccherà alla motorizzazione civile stabilire se sia in grado di guidare senza mettere a rischio l’incolumità degli altri.

Scena simile a Treviso dove un’impiegata trevigiana si è messa ad andare a caccia di Pokemon in tangenziale ma questa volta direttamente “a piedi”. La donna è arrivata in auto, ha parcheggiato nella corsia d’emergenza e poi si è incamminata lungo la tangenziale trevigiana finchè una pattuglia della stradale non l’ha fermata. Anche per lei è scattata la multa.

Sul fronte opposto, quello dei detrattori, arrivano le strane parole del vescovo di Noto.
I Pokemon Go creano dipendenza a un sistema totalitaristico che è pari a quello nazista. Ecco perché combatto quest’app che sta alienando migliaia e migliaia di giovani” dice Antonio Staglianò, vescovo di Noto (Siracusa), che ha ingaggiato una battaglia contro il gioco virtuale. Ad accrescere la rabbia del vescovo, il fatto che l’app individua la cattedrale di Noto come uno dei tanti Pokestop disseminati in tutto il Mondo.

I Pokemon non si possono salvare – aggiunge il vescovo di Noto – perché creano una realtà parallela, in cui i ragazzi si divertono a catturare in giro per le città i mostri tascabili secondo una regia totalitaria e dove manca la partecipazione attiva e cosciente. Bisogna avere il coraggio di servirsi del proprio intelletto e non essere telecomandati, bisogna far uscire l’uomo da una condizione di minorità di cui egli stesso è responsabile. Addirittura la Cattedrale è una palestra dove ci si può allenare e fare crescere i Pokemom. Bisogna invece fermare questa passione e fare diventare protagonisti i giovani che sono portatori di entusiasmo e di passione e devono andare in giro per il mondo a portare la parola di Cristo e a trasmettere valori positivi“.

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